5X1000: cos’è e cosa prevede?
Se ne sente parlare molto, ma non tutti sanno correttamente cosa si intenda per il cosiddetto “5 per mille”, o 5x100o, ovvero una quota dell’imposta IRPEF (acronimo di imposta sul reddito delle persone fisiche) anche nota come “imposta sul reddito”.
Per comprendere nella maniera più semplice possibile cosa sia il meccanismo del 5 per mille (riportato spesso con la forma numerica 5×1000), si potrebbe affermare che rappresenti la forma di donazione più diffusa per la maggior parte degli enti non profit.
Ecco perché del 5 per mille se ne parla sempre connesso al mondo del terzo settore. Definendo il 5×1000 con un linguaggio più “appropriato”, esso è una quota dell’imposta IRPEF, anche detta “imposta sul reddito”. Quota della quale lo Stato si occupa per ripartirla tra enti del terzo settore, cioè le realtà senza scopo di lucro che perseguano obiettivi solidali e socialmente utili (per approfondire il mondo del terzo settore si rimanda all’articolo Cosa si intende per terzo settore? Ecco come capire il mondo del volontariato).
5 per mille: un aiuto concreto da parte dei cittadini
Una volta compreso cosa sia il 5 per mille, cioè una quota dell’IRPEF che è lo Stato a ripartire seguendo le indicazioni dei contribuenti, è bene capire come la quota sia stata istituita e il motivo per il quale sia diventata un’essenziale supporto per le realtà non profit. Il 5 per mille è inizialmente nato perlopiù in forma sperimentale. La quota dell’imposta IRPEF è apparsa per la prima volta con la Legge Finanziaria del 2006 e per quanto per un nobile fine, non ci si aspettava una risposta tanto positiva fin da subito. Invece fin dalla prima edizione, sono stati 16 milioni i contribuenti italiani.
I contribuenti scelgono se e a chi devolvere la quota (che diviene a tutti gli effetti una donazione senza costi o aggravi fiscali) al momento della dichiarazione dei redditi, ma solo se si selezionano organizzazioni ovviamente non profit e che siano iscritte agli elenchi dell’Agenzia delle Entrate. Il cinque per mille è dunque contributo spontaneo da parte del cittadino le cui finalità sono definite a livello legislativo e comprendono diverse sfere.
La quota, dopo il periodo “sperimentale”, è stata confermata nelle leggi finanziare dal 2006 in poi, fino a quando nel 2014 il 5×1000 è stato definitivamente stabilizzato (art. 1, comma 154, L 190/14). Il meccanismo del 5 per mille è stato rinnovato con il decreto legislativo 111/2017 nell’ambito della Riforma del Terzo Settore per poi essere ulteriormente regolarizzato mediante il DPCM del 23 luglio 2020.
Gli enti del terzo settore svolgono attività di volontariato e socialmente utili senza ricevere retribuzione alcuna ma sostenendosi solo con donazioni. Ecco perché un meccanismo che permetta a ogni cittadino di sostenere gli enti non profit rappresenta un aiuto concreto e rende i contribuenti più vicini alle realtà del terzo settore.