Associazione culturale: cos’è e come funziona

Tra gli enti del terzo settore che operano nel no profit ci sono anche le associazioni culturali, create per promuovere scopi e attività che riguardano il campo della cultura – dal mondo dell’arte, a quello dell’educazione e dell’insegnamento, fino alle tradizioni del territorio. Come vengono create le associazioni culturali e come funzionano? 

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Nell’ambito del no profit, ci sono anche le associazioni di tipo culturale, che si impegnano nella promozione di scopi legati al settore della cultura, in cui rientra ovviamente obiettivi che riguardano il patrimonio artistico, filantropico ma anche attività ed esperienze che si collegano all’educazione e all’insegnamento, oltre alla valorizzazione dell’arte, della cultura in generale, della letteratura e anche delle tradizioni sportive.

Ma come vengono create le associazioni culturali? Come per ogni associazione, è necessario che si uniscano tre persone, accomunate dagli stessi valori e dagli stessi scopi. Poi, si passa agli atti formali, necessari per il riconoscimento dell’associazione: l‘atto costitutivo, in cui viene indicata la denominazione dell’ente, lo scopo, il patrimonio e la sede legale.

Con lo statuto, invece, si definiscono le regole, gli obiettivi per i quali è stata creata l’associazione, si assegna il ruolo del rappresentante legale e, in un secondo momento, va richiesto il codice fiscale all’Agenzia dell’Entrate.

Associazioni culturali: riconosciute o non riconosciute?

Anche le associazioni culturali possono rientrare in due categorie: quelle riconosciute, con contratto di costituzione autenticato da un notaio e con il riconoscimento della personalità giuridica, e quelle non riconosciute, in cui l’atto di costituzione può essere redatto in qualsiasi forma, senza necessità dell’approvazione del notaio, e in cui la responsabilità non si assegna all’ente, ma alle persone fisiche che lo costituiscono.

Per quanto riguarda le attività dell’associazione, quando non viene perseguito lo scopo di lucro – e quindi nella maggior parte dei casi – non c’è alcun bisogno di emettere fattura, ma è sufficiente una ricevuta non fiscale in cui compare il codice fiscale assegnato dall’Agenzia delle Entrate.