Cecilia Strada dice la sua: ONG, migranti e sistema di accoglienza

Cecilia Strada è intervenuta in occasione dell’evento organizzato al Teatro Dal Verme per la raccolta fondi dell’organizzazione ResQ, gestita dalla figlia di Gino Strada. L’evento è stato anche l’occasione per fare il punto sulla situazione dei migranti, sulle rotte – tra cui quella dei Balcani e del Mediterraneo, e sul sistema di accoglienza in Italia. 

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Intervistata da La Stampa, Cecilia Strada ha voluto dire la sua sulla situazione dei migranti in Italia, e più in generale in Europa. L’occasione è stata offerta dall’evento al Teatro Dal Verme, organizzato con lo scopo di raccogliere fondi per la Onlus ResQ e con l’intenzione di sensibilizzare sulla necessità di intervenire nel Mar Mediterraneo, cercando di salvare i migranti che si mettono in viaggio in maniera disperata.

Cecilia Strada ha annunciato che la nave umanitaria di ResQ, che al momento è stata costretta ad uno stop dovuto a problemi di manutenzione, presto ritornerà in mare. Ma qual è il pensiero di Cecilia Strada sulla situazione dei migranti?

Cecilia Strada: il pensiero sulle ONG

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Commentando le tante polemiche sulle ONG, Cecilia Strada ha ricordato come le azioni di critica nei confronti dell’operato delle organizzazioni umanitarie siano ormai – e purtroppo – una consuetudine: “Non è cosa di oggi: la definizione “taxi del mare” è del 2017″, ha ricordato, citando un’infelice espressione che ancora oggi viene utilizzata.

“Non ci si ferma mai a riflettere su cosa ci sia dietro le cifre”, ha detto Cecilia Strada, parlando delle tragedie che avvengono in mare e che spesso vengono raccontate solo in termini numerici, e mai con storie, volti o disperazione. Infine, un accenno alla situazione dell’hotspot di Lampedusa, che accoglie quotidianamente i migranti ma che è costantemente sovraffollato:

Una vergogna. Strutturalmente è un piccolo posto, costretto però a essere sempre oltre la sua capienza. La gente dovrebbe essere subito evacuata. E invece… Ne sono vittime coloro che vi arrivano, chi lavora e gli stessi lampedusani, che non dovrebbero prendersi il carico di questa situazione. Ho come l’impressione che si arrivi a farlo scoppiare solo per gridare all’emergenza e al pericolo dell’invasione.