Geo Barents arriva a La Spezia: al via l’accoglienza per i migranti

Nella giornata di ieri si sono concluse le operazioni di sbarco della nave ONG Geo Barents al porto di La Spezia, assegnato come di consueto dalle autorità italiane dopo la segnalazione del salvataggio in mare. Subito dopo lo sbarco, è partita la macchina dell’accoglienza, con l’impegno delle strutture di ospitalità e la somministrazione dei pasti. 

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Sono 336 in totale i migranti che sono stati portati in salvo a bordo della nave ONG Geo Barents. Come previsto dalle autorità, che si riservano di assegnare un porto alle navi che effettuano salvataggi nel mar Mediterraneo, la Geo Barents è arrivata al porto di La Spezia nella giornata di ieri e, dopo alcune ore necessarie per l’espletamento delle attività di sbarco, ha fatto scendere i migranti.

Molti i minori che erano a bordo della nave Geo Barents – che fa riferimento alla ONG Medici senza Frontiere. Secondo le prime informazioni riportate dal personale che ha accolto i migranti, sono 80 i minorenni tratti in salvo, molti di loro tra l’altro arrivati non accompagnati. 52, invece, le donne che si trovavano a bordo dell’imbarcazione salvata dalla Geo Barents, di cui tre sono incinte.

La Spezia: pronta l’accoglienza

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La Spezia si è organizzata per l’accoglienza ai migranti portati in salvo dalla Geo Barents. La città ligure ha messo a disposizione una struttura – presso il centro fieristico di La Spezia, SpeziaExpò – affinché le persone sbarcate possano trascorrere lì la notte. Molti bambini, tra cui quelli arrivati con le famiglie, sono stati assistiti dal personale volontario, che si è preso cura di loro in queste prime ore trascorse in Italia.

Come spesso accade alcuni dei migranti hanno avuto bisogno di essere trasportati in ospedale per alcuni accertamenti medici, mentre altri, a bordo di autobus che erano già stati messi a disposizione, si sono recati fuori regione, presso altri centri di accoglienza pronti ad ospitarli. Per quanto riguarda invece i minori non accompagnati, per il momento sono stati presi in carico dalla Caritas Diocesana.