La barriera corallina in fiore: il lavoro dell’Ong Coral Guardian

Negli ultimi anni è aumentata l’attenzione verso la barriera corallina, messa a dura prova dalla crisi climatica e a forte rischio di erosione e scomparsa. Grazie al lavoro della Ong Coral Guardian, che cerca di coinvolgere anche la popolazione locale nelle operazioni di cura e salvataggio, la barriera corallina in Indonesia è tornata a fiorire dopo sette anni: una notizia incoraggiante per il nostro pianeta! 

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La barriera corallina svolge una funzione fondamentale per il nostro ecosistema, prima di tutto compiendo un’azione di protezione delle coste sia dalle temperature sia dalle possibilità di erosione dovute ai fenomeni atmosferici, e in secondo luogo per le numerose forme di vita che da essa dipendono. Secondo una stima, la barriera corallina è il luogo dove vive il 25% delle specie marine, pur occupando semplicemente lo 0,2% del fondale degli oceani.

Importante è anche il contributo della barriera corallina in termini di risorse alimentari, di attrazione del turismo e di creazione di lavoro per gli oltre 500 milioni di persone che vivono proprio grazie alle risorse ricavate da questa realtà. Negli ultimi anni, però, complice la crisi climatica, la barriera corallina è a forte rischio.

Ecco perché l’Ong Coral Guardian è nata nel 2012 con l’obiettivo di proteggere l’ecosistema della barriera corallina e il grande impegno profuso ha dato già i primi risultati.

Coral Guardian: salva la barriera corallina

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Uno dei successi del lavoro dell’Ong Coral Guardian è stato registrato nell’isola dell’arcipelago indonesiano Hatamin Island. Fino al 2015, sia per le temperature sempre più elevate ma soprattutto a causa dell’azione dell’uomo – con la pesca intensiva con la dinamite – la barriera corallina era diventata praticamente inesistente.

L’Ong Coral Guardian, coadiuvata dalla comunità locale, ha tentato di ricostruire il substrato dei coralli recuperati. Questi coralli sono stati “curati” in una struttura di metallo definita non a caso “nursery”, che ha dato la possibilità di svilupparsi nelle migliori condizioni, prima di essere trapiantati nuovamente nel substrato.

Il bilancio del 2022 è stato più che positivo: il percorso portato avanti in questi ultimi anni ha ripristinato 53mila coralli, dove vivono diverse specie di pesci (il cui numero è quintuplicato rispetto al 2015).