Memorial, il premio Nobel per la pace in esilio: la sua nuova vita

Intervistato da Rai News, il premio Nobel per la pace Boris Belenkin, direttore della ONG Memorial, ha raccontato la nuova vita in esilio, tra paura e preoccupazione, dopo che l’organizzazione è stata chiusa dal governo russo. Insicurezza e ansia per il futuro sono tra le sensazioni che lo preoccupano maggiormente. 

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Boris Belenkin, il fondatore dell’ONG russa Memorial, premiata con il premio Nobel per la pace nel 2022, è stato intervistato da Rai News e ha raccontato come sta vivendo l’esilio, seguito alla chiusura forzata dell’organizzazione non governativa da parte del governo russo. Ad oggi Boris Belenkin si trova costretto a vivere in Repubblica Ceca “in buone condizioni”, anche se le emozioni prevalenti sono tutt’altro che positive.

Boris Belenkin: la vita fuori dalla Russia

A preliminary court hearing on the prosecutor’s office lawsuit to liquidate of the human rights center Memorial
epa09599264 The signboard ‘The society of Memorial’ on the entrance to the head office of the Moscow Memorial Human Rights Center in Moscow, Russia, 23 November 2021. The Moscow City Court has postponed until November 29 the consideration of the claim of the Moscow prosecutor’s office on the liquidation of the human rights center ‘Memorial’, which the Russian authorities consider a foreign agent. Memorial is accused of justifying terrorism and extremism and violating the law on foreign agents. EPA/SERGEI ILNITSKY

Come raccontato da Boris Belenkin, tutti coloro che si trovano ad essere fuori dal loro paese in maniera forzata, non possono che vivere in una situazione di ansia e preoccupazione per il futuro:

Come chiunque sia stato forzato a lasciare la propria patria sicuramente l’emozione principale è l’insicurezza e l’ansia per il futuro. Così, come per tutti quelli che sono partiti come me, viviamo in giorni di incertezza, il nostro destino non può essere chiaro, non può essere deciso con precisione.

L’esilio è iniziato ad ottobre, quando il rischio per il fondatore di Memorial era quello della persecuzione sia sul piano politico che sul piano penale. Una situazione che era stata chiara fin dal momento in cui i conti bancari di Belenkin erano stati bloccati, seppur momentaneamente, forse proprio per impedirgli di lasciare il paese.

Preoccupazione c’è anche per la memoria storica e per gli archivi di Memorial, che potrebbero essere a rischio in Russia. Non solo, Belenkin ha anche confessato di non avere speranze per la pace tra Russia e Ucraina:

Penso che oggi come oggi non possiamo avere speranze per le trattative per la pace, perché i lati del conflitto sono due, ed entrambi i lati devono essere pronti, ma penso che nessuno dei due lo sia.