Migranti, Life Support verso Marina di Carrara: a bordo anche un minore

La nave ONG Life Support, dopo aver effettuato un salvataggio in mare al largo della Libia, si è vista assegnare il porto di Marina di Carrara, dove terminerà le operazioni di sbarco. Una scelta politica, come dichiarato da Emergency, che ha sottolineato ancora una volta le difficili condizioni in cui si trovano ad operare le organizzazioni umanitarie. 

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Partiti dalla costa della Libia, e più precisamente da Sabratah, nella notte del primo giugno, i 29 migranti sono stati soccorso dopo meno di 24 ore dalla nave ONG Life Support, che fa riferimento ad Emergency. A bordo ci sono anche tre donne e un minore, che sbarcheranno a Marina di Carrara, presso il porto che è stato assegnato dalle autorità.

Ancora una volta la scelta di un porto decisamente lontano – circa 70 ore di navigazione – rispetto a dove sono state effettuate le operazioni di salvataggio fa discutere. Il capomissione della Life Support, Mayordomo, ha parlato chiaramente di una “decisione politica“.

Life Support: il racconto dei migranti

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Il bambino a bordo si è messo in viaggio insieme alla madre, una donna di 22 anni che si è separata dal compagno perché non avevano la possibilità di pagare per tre persone: “Volevamo mettere in salvo il piccolo da quell’inferno”, ha confessato, rivelando di aver paura che ora la famiglia non potrà più ritrovarsi.

Un ragazzo 18enne originario del Gambia, invece, ha raccontato di aver creduto che il viaggio verso l’Italia sarebbe stato breve, ma presto si è trasformato in un incubo. L’imbarcazione era dotata di due motori, ma sono bastate poche ore per farlo andare fuori giri: “Ne restava solo uno e non eravamo neanche a metà del viaggio. Ero nel panico“.

Chiaro anche il messaggio lanciato dal capomissione della Life Support, che ha voluto ribadire il suo punto di vista e quello dell’ONG:

E’ assurdo punire chi salva vite sulla rotta migratoria più letale del mondo, il Mediterraneo Centrale. Qui, solo nel 2023, sono morte in media quasi 7 persone al giorno e sono oltre 5.000 le persone riportate nei lager libici da parte della cosiddetta guardia costiera libica.