Migranti nel Mediterraneo: dati allarmanti per il 2023

La rotta del Mediterraneo è ancora quella maggiormente utilizzata dai migranti per provare ad approdare in Europa. L’hotspot di Lampedusa da tempo sta accogliendo molti più migranti di quanti potrebbe, mentre continuano ad essere recuperare cadaveri e morti nel Mediterraneo, con i dati riportati che continuano ad essere sempre più allarmanti. 

migranti1

A Lampedusa proseguono quotidianamente gli sbarchi dei migranti, che vengono accolti all’interno dell’hotspot che continua ad ospitare molte più persone di quante potrebbe. L’emergenza migranti, in Italia come in generale in Europa non si ferma, e al centro dell’attenzione c’è sempre il Mar Mediterraneo, la rotta più battuta per cercare di approdare sulle coste europee.

Il nuovo report, pubblicato dal Ministero dell’Interno italiano, mette in evidenza il numero degli arrivi in Italia, che ha superato quota 40mila prendendo in considerazione solo il 2023. A preoccupare, però, sono i numeri delle morti nel Mar Mediterraneo, che salgono sempre di più e costituiscono un messaggio allarmante che non può essere ignorato né dai governi locali né dalle istituzioni europee né dalle organizzazioni umanitarie.

Mediterraneo: crescono le morti in mare

Migrants arrive at Lampedusa Island
One of the two boats with a total of 415 migrants on board, in Lampedusa, Italy, 09 May 2021. The first wooden boat of 20 meters length, with 325 people on board, was intercepted eight miles off Lampedusa and the second one five miles off the coast and escorted by a security forces patrol boat to Favaloro Pier. On board were 90 migrants of different nationalities, 83 men, 6 women and a newborn baby. ANSA

Numerosi sono i report che raccontano di una tragedia che prosegue da anni, e che ogni giorno si fa più sanguinosa e difficile da sostenere. Stando a quanto riportato da “Missing Migrants“, progetto realizzato dall’Organizzazione internazionale delle migrazioni, sono 824 le persone che, a partire dal gennaio 2023, hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo centrale.

Un altro dato drammatico arriva dalla Guardia Costiera tunisina, che proprio in queste ore sta effettuando il recupero di numerosi cadaveri che hanno lasciato la loro vita nelle acque del Mediterraneo: si tratta di circa 210 persone che sono state recuperate senza vita in soli nove giorni, nel periodo compreso tra il 18 aprile e il 27 aprile.

Una tragedia che si unisce alle numerose che vengono raccontate quasi a cadenza quotidiana da giornali e telegiornali nazionali. In tutto ciò, continua ad essere ancora oggetto di dibattito la situazione in cui sono coinvolte navi umanitarie delle ONG, sempre più limitate nelle loro operazioni di soccorso da leggi più stringenti e poco comprensive delle emergenze che devono essere affrontate con prontezza e consapevolezza nel Mediterraneo.