Ong, processo contro Iuventa: il governo sarà parte civile

Nuovo capitolo nel processo contro la Ong Iuventa, dove il governo italiano ha chiesto di essere parte civile. Sotto accusa ci sono i membri dell’equipaggio della nave Ong, sequestrata nel 2017. Lo scontro tra le controparti non si ferma, con dichiarazioni molto dure che sono arrivate dalla Iuventa nei confronti del governo. 

iuventa ong

Si arricchisce di un nuovo capitolo lo scontro processuale tra la Ong Iuventa, bloccata e sequestrata presso il porto di Trapani nel 2017, e il governo italiano. Nell’ultima udienza tenutasi presso il Tribunale di Trapani, che ora dovrà pronunciarsi nel merito della questione, il governo ha chiesto di poter essere parte civile.

Al momento sono sotto accusa i membri dell’equipaggio della Iuventa, che rischiano il carcere (fino a 20 anni) per “favoreggiamento dell‘immigrazione clandestina“. La richiesta di essere ammessi come parte civile del processo è arrivata ieri sia da parte del Ministero dell’Interno che dalla Presidenza del Consiglio.

Lo Stato italiano, secondo quanto dichiarato dalle parti civili, avrebbe subito un ingente “danno economico e morale“.

Ong: Iuventa contro il governo italiano

L’obiettivo del governo italiano, posto il danno subito, sarebbe quello di chiedere un risarcimento ai membri dell’equipaggio della Iuventa che hanno operato nel Mediterraneo. La risposta di una delle operatrici coinvolte, parte della Iuventa, non si è fatta attendere ed è stata molto dura nei confronti dell’operato del governo e dello Stato italiano:

Il fatto che il governo italiano affermi apertamente di aver subito danni morali e di reputazione a causa delle nostre azioni è vergognoso.

Intanto la decisione spetta al Tribunale di Trapani, che dovrà valutare se la richiesta del governo italiano è legittima. In vista della prossima udienza, che è fissata per il 13 gennaio, il giudice ha richiesto la presenza di ulteriori assistenti linguistici per gli imputati della Iuventa, affinché venga garantito il loro diritto di difesa e un’effettiva e piena partecipazione allo svolgimento del processo.

Saranno ammesse anche delle prove audio che riguardano uno degli interrogati degli imputati, che secondo la difesa potrebbero essere decisive per valutare l’operato del pubblico ministero.