ONG sempre più attive in Italia: i dati di Open Cooperazione

Le Organizzazioni Non Governative, impegnate nell’aiuto umanitario e nella cooperazione internazionale, sono sempre più presenti in Italia. A riferirlo è un’indagine condotta da Open Cooperazione, che aggrega i dati relativi all’attività delle ONG e che ha evidenziato una costante crescita della presenza in Italia. 

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L’attività delle Organizzazioni Non Governative – anche di fronte alle numerose difficoltà intervenute nel corso dell’ultimo periodo, dai conflitti alle emergenze umanitarie, fino agli attacchi dei governi locali – non si arresta e anzi procede con grande impegno soprattutto in Italia. Questo è il quadro che emerge dal report di Open Cooperazione, che ha pubblicato i dati relativi all’attività delle ONG nell’ambito della cooperazione internazionale e aiuto umanitario.

Il dato principale, e anche quello più sorprendente, riguarda l’Italia. Analizzando l’operato delle principali ONG, è proprio il nostro paese quello in cui viene attuato il maggior numero di progetti: sono 971 quelli attivati da ben 70 organizzazioni. Una tendenza che si conferma in crescita e che ovviamente comporta un aumento anche del personale impiegato.

ONG in Italia: settore in espansione

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Crescendo il numero di attività svolte in Italia, aumenta anche il personale impiegato nei progetti: circa 26mila tra uomini e donne sono coloro che lavorano nel settore delle ONG (+4% rispetto al dato rilevato nel 2020). Più di 4000 sono gli operatori impegnati in Italia, mentre quasi 22mila sono quelli impiegati invece all’estero.

Il fondatore di Open Cooperazione ha analizzato i dati rilevati, sottolineando come non debba sorprendere il grande impiego di forze e lo svolgimento di progetti umanitari in Italia. Secondo Elias Gervasi, la tendenza è sempre più consolidata e deriva dalla situazione di emergenza che si è venuta a creare post-pandemia, con un aumento della povertà e lo svilupparsi di nuovi bisogni: “Povertà educativa, alimentare e ultimamente anche energetica sono fenomeni molto diffusi e non riguardano più solo determinate categorie svantaggiate”.

Per quanto riguarda invece i progetti attivati all’estero, i paesi africani si confermano al primo posto tra quelli dove si concentrano il maggior numero di iniziative umanitarie.