Dall’ENPA la preoccupazione per la “caccia selvaggia”: interviene la presidente

Ieri pomeriggio la presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi, ha inviato al presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, una lettera in cui si dice indignata per come verranno “gestiti” gli animali selvatici.

B86B97E1-56F4-4912-B1DC-BD4C9E62608F

Diverse organizzazioni si sono attivate contro il recente emendamento “caccia selvaggia”, contenuto nella Manovra Finanziaria del Governo Meloni. Il nuovo emendamento ha indignato diverse ONG e tanti attivisti sono scesi nelle piazze italiane perché, come ha protestato il WWF:

L’emendamento alla Legge di Bilancio 2023 che stravolge la gestione faunistica italiana è una pagina vergognosa per la tutela dell’ambiente in Italia.

Il provvedimento “Consentirà di cacciare nelle aree protette e persino nelle aree urbane, tutte le specie e per tutto l’anno”, come chiarisce sempre il WWF. Ora è stata la presidente dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), Carla Rocchi, a esprimersi contro la volontà di alcune associazioni venatorie che facilitate dal nuovo emendamento, hanno intenzione di agire in Emilia Romagna con la scusa di “un’emergenza selvatici”. Eppure, spiega Carla Rocchi:

In Emilia Romagna come in Italia non c’è un’emergenza selvatici. C’è invece un’emergenza caccia selvaggia che, grazie alla deregulation venatoria prevista dalla legge di bilancio e fortemente voluta da governo e maggioranza, sta trasformando il nostro Paese in una polveriera.

Caccia selvaggia in Emilia Romagna: denuncia dell’Enpa

caccia

Ieri pomeriggio la presidente nazionale Enpa, Carla Rocchi, ha inviato al presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, una lettera in cui esprime la preoccupazione dell’intera ONG per quanto riguarda la spinosa questione della caccia selvaggia:

Con grande preoccupazione abbiamo appreso della lettera inviata all’Assessore regionale all’Agricoltura alla Caccia e alla Pesca della Sua regione da parte delle associazioni venatorie, in merito alla “gestione” degli animali selvatici […]. Le associazioni venatorie pretendono anche la cancellazione delle chiusure anticipate della stagione di caccia previste dall’Europa per le specie in particolare difficoltà. Esigono, in altri termini, la cancellazione delle misure di tutela normative a cui anche il nostro Paese dovrebbe attenersi.

Ciò che ha dato il via all’iniziativa dell’Enpa è l’insieme di richieste avanzate all’assessore Mammi dai “rappresentanti delle doppiette” in cui viene proposta una “gestione” del lupo, che gestione non è. Ciò che vogliono fare i cacciatori è uccidere gli animali, e non solo. Viene chiesto all’assessore un piano di controllo più efficiente della volpe, e “Presumibilmente il ritorno della caccia in tana (cioè la possibilità di massacrare cuccioli di poche settimane), il via libera a calendari venatori approvati senza il coinvolgimento dell’Ispra (cioè senza il controllo dell’unico organismo scientifico nazionale riconosciuto a livello legislativo nonché dall’ Unione Europea)”, si apprende dall’articolo pubblicato sul sito Enpa.

La lettera della presidente dell’Enpa chiarisce come le richieste avanzate dalle doppiette stridano inoltre con quella che la protezione ambientale e, di base, non abbiano reale motivo d’esistere:

Come se ciò non bastasse le richieste avanzate dalle doppiette non sono soltanto incompatibili con la situazione ambientale attuale, con le analisi e le valutazioni scientifiche, con le regole comuni dell’Europa, nonché con gli orientamenti della pubblica opinione, ma denotano anche una scarsa conoscenza del territorio e delle dinamiche relative alla fauna regionale. Misconoscenza che diventa particolarmente evidente nel caso delle predazioni da selvatici. Un allarmismo del tutto ingiustificato come attesta un recente rapporto ISPRA: gli eventi da predatori in Emilia Romagna sono in forte flessione così come i danni. Tra il 2015 e il 2019, le predazioni sono infatti calate del 28,4% passando da 144 a 103 casi, mentre gli indennizzi erogati agli allevatori si sono dimezzati, passando da 111mila a 58mila euro.