ONG e Mediterraneo: serve un coordinamento per salvare i migranti

Si continua a discutere della questione dei migranti e dei salvataggi compiuti in mare dalle ONG, che chiedono però una risposta concreta da parte delle autorità e in particolare dell’Unione Europea. Il messaggio lanciato dagli operatori umanitari è chiaro: è necessario un intervento diretto e un coordinamento da parte di tutte le parti coinvolte. 

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I dati sulle tragedie avvenute in mare a partire dal 2014 fotografano una situazione drammatica: sono oltre 20mila le persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo, nel tentativo di lasciare il proprio paese e raggiungere l’Europa, passando dall’Italia nella maggior parte dei casi. Ed è proprio in virtù delle drammatiche storie dei sopravvissuti e della speranza persa di chi non ce l’ha fatta, che le ONG chiedono nuovamente un intervento.

In particolare, secondo quanto riportato dall’Istituto di Berlino, il fatto che le tragedie in mare siano sempre più frequenti è in parte legato anche alle politiche migratorie europee. I migranti, respinti nelle rotte tradizionali, tentano infatti di percorrere strade sempre più pericolose, ed è per questo che, stando a quanto dichiarato, continuano ad esserci continue emergenze.

ONG: cosa fare per l’immigrazione?

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Le ONG chiedono uno sforzo maggiore da parte di tutti i soggetti coinvolti, affinché si possa agire in virtù di un coordinamento che al momento manca. Stando alle dichiarazioni del portavoce della Sea Watch, manca una linea di azione comune che possa funzionare:

Ogni volta che, ad esempio, chiamiamo i centri di coordinamento dei soccorsi a Malta, in Italia o a Tripoli, non ci danno alcuna informazione, né tanto meno sui posti di emergenza aperti. Abbiamo anche registrato una chiamata specifica da un centro di coordinamento dei soccorsi di uno funzionari ci hanno detto che “noi non lavoriamo con le ONG”.