Legambiente: una delle associazioni ambientaliste più importanti critica il Governo

Fondata nel 1980, di Legambiente è impossibile non avere mai sentito parlare. Nelle ultime ore poi, Legambiente si è scagliata contro il Governo perché reputa che esso non stia agendo come dovrebbe per combattere contro un problema fondamentale come la siccità.

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Con 18 sedi spalmate nelle diverse regioni italiane e continue attività di successo messe in atto in nome del rispetto ambientale e della tutela del territorio, Legambiente conta oggi circa 115.000 soci e sostenitori, che portano avanti la filosofia e la vocazione dell’associazione ambientalista più diffusa in Italia nata proprio dai primi nuclei ecologisti e del movimento antinucleare che si sviluppò durante la seconda metà degli anni settanta.

In 40 anni di attività Legambiente ha raccolto diversi successi cambiando in meglio l’approccio dei governi nei confronti della difesa ambientale e garantendo programmi di educazione ambientale che formino cittadini dell’oggi e del domani ben più consapevoli e rispettosi.

L’impegno di Legambiente è costante e attento, e nelle ultime ore da parte della non profit è stato diffuso un chiaro messaggio “contro” il Governo Meloni, il quale non starebbe mettendo in atto azioni realmente concrete ed efficaci per combattere contro un’emergenza ormai impossibile da ignorare: la siccità.

Legambiente “contro” il Governo: bisogna combattere la siccità

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Legambiente in prima linea purché il Governo inizi seriamente a mettere in atto politiche efficaci così da fronteggiare un’emergenza tanto urgente quale la siccità.

Dalla scorsa estate la situazione non ha fatto altro che peggiorare, ma chi è ai vertici e ha potere decisionale sembra avere fin troppo “ignorato” un problema che minaccia di crescere. Ecco allora come Legambiente abbia voluto mandare un chiaro messaggio al Governo Meloni, chiedendo di prendere in mano la situazione; chiede dunque Legambiente al Governo di:

Definire un piano di razionamento dell’acqua per agricoltura, usi civili e industriale per una tempestiva riduzione dei prelievi, diffondere e praticare in agricoltura il riutilizzo delle acque reflue depurate, superando gli ostacoli normativi nazionali (DM 185/2003) con l’attuazione del regolamento UE 741/2020, e indirizzare fin da ora la produzione del 2023 verso attività agricole meno idroesigenti rivedendo i sistemi di irrigazione che favoriscano la riduzione dei consumi.

Legambiente chiede al Governo una risposta che sia “finalmente” concreta, così da non far peggiorare ulteriormente la situazione:

Si passi dalle parole ai fatti, dando il via ad una strategia idrica nazionale fatta di interventi di breve, medio e lungo periodo non più rimandabili e che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione di prelievi e di sprechi d’acqua. Bisogna prelevare meno acqua possibile, senza se e senza ma, e per far ciò occorre adottare un approccio circolare delle acque prendendo come esempio anche quelle esperienze virtuose già attive in diversi territori.